È vero, il mercato del giocattolo sta attraversando una fase complicata, tra calo delle nascite e tendenza a fruire del gioco per un numero inferiore di anni, almeno da parte delle nuove generazioni. Complice anche la crisi economica, l’inflazione e l’aumento del costo della vita. Ma delle opportunità ci sono. Prova ne è il successo dei prodotti a target kidult. “Gli adulti hanno preso consapevolezza del valore del loro tempo libero e il gioco per loro non costituisce un ritorno all’infanzia o una sindrome di Peter Pan, come questa categorizzazione può far supporre, ma la coscienza del proprio bisogno di socializzazione e intrattenimento. Prendendo a riferimento i mercati esteri più evoluti del nostro, siamo certi che il segmento crescerà anche nei prossimi anni”, racconta Barbara Rol di DV Games e Ghenos Games nello speciale dedicato a questo tema. Certamente le possibilità di crescita ci sono e sono elevate, ma occorre entrare in sintonia con il target e parlare il suo linguaggio. Che cosa stanno facendo i retailer? “La categoria kidult ha un enorme potenziale per il negozio specializzato e, proprio per aumentare il flusso di questa tipologia di clientela all’interno del punto vendita, vengono attuate diverse strategie di marketing: da un lato coinvolgendo diversi influencer, rendendoli veri e propri ambassador del brand; e dall’altro creando nuovi contenuti media, con obiettivo drive to store, da veicolare sui differenti canali digital e social”, spiega Marco D’Alessandris di Rocco Giocattoli. E ancora aggiunge Fabio Brugnoli di Toys Center, FAO Schwarz, Bimbo Store: “Non possiamo generalizzare ma i kidult – rispetto al resto del pubblico – da veri appassionati hanno idee ben chiare, si informano e si documentano prima della visita in negozio. È quindi determinante costruire un rapporto di fiducia e portare l’insegna a essere un punto di riferimento per questo pubblico attraverso lo sviluppo di percorsi e linguaggi specifici all’interno del punto vendita attraverso un assortimento profondo e, più in generale, nella comunicazione”. Se dunque è vero che il mercato è complesso, tuttavia le opportunità ci sono, il problema è capire come coglierle con la certezza che il punto vendita, come sempre, può fare la differenza.
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