Avevamo applaudito lo scorso anno alla riduzione dell’Iva al 5% per alcuni prodotti per la prima infanzia, tra cui i seggiolini auto, prevista nella legge di bilancio 2023. Ebbene la manovra 2024 ha abrogato queste disposizioni riportando al 10% l’Iva su latte e preparazioni alimentari per lattanti e sui pannolini per bambini. È inoltre stata ripristinata l’aliquota ordinaria – pari quindi al 22% – per i seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli. Non è che nel frattempo la situazione delle famiglie italiane sia meno incerta o che il problema della denatalità si sia risolto. Perché dunque questa decisione? Certamente avrà pesato il fatto che la riduzione dell’Iva non abbia determinato un proporzionale abbassamento dei prezzi – colpa da un lato dell’inflazione e dall’altro della speculazione di alcuni player, tanto dell’industria quanto del retail – ma tutto ciò ha il principale effetto di penalizzare le famiglie italiane, già provate dal difficile contesto economico. Nello stesso modo in cui avevamo accolto con piacere le disposizioni della legge di bilancio 2023, ora lamentiamo la loro abrogazione e lo facciamo sia con i decisori sia con coloro che si sono approfittati della tassazione agevolata non girandone il beneficio a vantaggio dei consumatori. È un peccato, ed è la riprova che il bene del mercato si fa solo mettendo al centro delle strategie e del modello di business il consumatore.
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