Dal Negro presenta Le bellunesi, il mazzo di carte che sostiene la ricerca

Il progetto “Le Bellunesi” è stato ideato e realizzato da AKQA, Innovation Company del gruppo WPP, e da Dal Negro per favorire la ricerca all'Università di Padova sul bostrico
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Le Bellunesi sono un nuovo mazzo di carte regionali edito da Dal Negro, nato per raccogliere fondi per la ricerca destinati allo studio del bostrico, il parassita che, dopo la tempesta di Vaia, sta distruggendo intere foreste nel bellunese e in altre zone del Nord Italia. Si tratta di carte che, nel seme di bastoni, riproducono i segni lasciati dal parassita detto anche tipografo per via dell’impronta indelebile che imprime mentre si insinua nel legno degli abeti, scavando gallerie e depositando uova. Inoltre, le tre figure classiche del fante, del cavaliere e del re vengono sostituite, simbolicamente, dagli eroi di questa lotta: il boscaiolo, una guardaboschi e il botanico.

Nella sola regione Veneto, in soli tre anni, il volume di legname morto per l’attacco del bostrico tipografo ha già superato la metà di quello danneggiato dalla tempesta Vaia del 2018, che fu di 16 milioni di alberi. L’emergenza fitosanitaria legata alla pullulazione del bostrico, stimolata dalla grande quantità di legno a terra e favorita dagli andamenti meteorologici degli ultimi anni, sta provocando infatti danni importanti ai popolamenti di abete rosso, sopravvissuti e a quelli ripiantati.

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“Il motivo per cui siamo stati entusiasti di abbracciare questa iniziativa proposta da AKQA è semplice“, prosegue Andrea Compiano, Export Manager di Dal Negro. “Vedere un territorio a noi così caro come la provincia di Belluno, affrontare le sfide del bostrico, ci ha spinto a un impegno concreto nei confronti dell’ambiente e della comunità locale. La storia delle carte da gioco risale a tempi antichi, quando le civiltà le utilizzavano per narrare storie, rappresentare personaggi e diffondere idee. Le carte da gioco hanno attraversato epoche e culture, ma soprattutto, sono state portatrici di significati profondi. Il progetto “Le Bellunesi” rappresenta il nostro tentativo di rendere omaggio a questa tradizione. Non stiamo solo creando un mazzo di carte; stiamo modellando un messaggio che va oltre il tavolo da gioco. Ogni elemento di design, ogni scelta di colore e ogni dettaglio de “Le Bellunesi” è stato pensato per trasmettere il nostro impegno per la causa ambientale.”

È un fenomeno noto e atteso – ha commentato Raffaele Cavalli, professore presso il Dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali TESAF – ; le tempeste che periodicamente flagellano le foreste del centro e nord Europa insegnano che i danni provocati dal bostrico possono equivalere a quelli determinati dall’evento meteorologico stesso. Limitati sono gli interventi che si possono porre in atto per contenere il fenomeno il cui andamento segue la tipica distribuzione normale, con un massimo che si raggiuge non meno di 5-6 anni dopo l’insorgere del fenomeno. Per questo ci ha subito conquistato la proposta che ci è arrivata da AKQA e Dal Negro di supportarci, attraverso un progetto così unico e originale, con il finanziamento di due dottorati di ricerca di durata triennale di Scienze forestali e di Entomologia proprio su questo tema”.

Le Bellunesi nascono dunque per portare l’attenzione pubblica su un effetto collaterale e meno notiziabile della tempesta di Vaia e, al contempo, per raccogliere fondi per la ricerca che appare l’unica via di uscita a un problema che i cambi climatici in atto rischiano di rendere strutturale.

Le carte sono acquistabili on line da parte di tutte le persone interessate a sostenere il progetto. La prima produzione del mazzo è andata sold out in meno di 24 ore, la ristampa sarà disponibile da gennaio 2024.

L’obiettivo è quello di raggiungere la cifra di 150.000 euro che verrà interamente devoluta alla ricerca da AKQA e Dal Negro per finanziare i due dottorati. È attivo inoltre, un progetto di donorship, le aziende interessate possono contribuire finanziando il progetto e aiutando a raggiungere la cifra obiettivo. L’iniziativa può rappresentare un gesto concreto delle aziende nell’ambito del proprio programma di social responsibility da rendere noto ai propri stakeholders. Per le aziende venete, inoltre si tratta di un atto d’amore e di restituzione verso il proprio territorio d’origine e la sua comunità. Le aziende donor fruiranno delle iniziative a supporto della notiziabilità del progetto. I fondi verranno raccolti attraverso l’ufficio fundraising dell’Università degli Studi di Padova al seguente link: Sostieni l’Università di Padova (unipd.it).

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