A che punto è la destagionalizzazione nel segmento del giocattolo? Secondo lei, si sono fatti dei passi in avanti in questa direzione?
«La destagionalizzazione deve passare innanzitutto attraverso un fattore culturale. Spesso i giochi di qualità hanno un costo che in Italia viene percepito come ‘natalizio’ e questo spinge le aziende a lanci ‘out of season’ di prodotti con bassi punti prezzo per attirare i consumi, il che non fa che spostare ancora di più gli equilibri sul Q4. Le Cry Babies quest’anno per Imc hanno dimostrato che questa tendenza si può invertire, ma serve un’azione congiunta da parte delle aziende e del trade che devono scommettere (e investire) su prodotti/fasce prezzo che ‘culturalmente’ non vengono ritenute adatte al momento. Se poi il prodotto c’è, una bambola a 39,90 euro può diventare la più richiesta anche a luglio».
Che cosa a suo giudizio potrebbe davvero aiutare a destagionalizzare questo mercato?
«Il cambio di mentalità degli operatori, soprattutto aziende e trade, che devono investire durante tutti e dodici i mesi. Le prime con lancio di prodotti innovativi e interessanti e con campagne marketing a supporto (Tv, Digital e eventi sul territorio, sfruttando anche la bella stagione); il secondo concedendo spazio nei punti vendita ad un range di prodotti interessanti, anche se non propriamente economici. Per le aziende ‘di marca’ del Giocattolo questo concetto è già stato sdoganato da qualche anno, ora è il momento che anche le aziende con più brand forti percorrano questa strada».
La comunicazione televisiva può contribuire alla destagionalizzazione? In quest’ottica la vostra azienda considera importante investire in comunicazione sui canali tv anche nel primo semestre dell’anno?
«La prima componente è sicuramente la creazione di prodotti di valore dal punto di vista della giocabilità e della qualità. Poi c’è la comunicazione, a 360 gradi, non solo Tv. Oggi come oggi comunicazione digitale ed eventi sul territorio completano il messaggio delle aziende. La Tv resta importante per il target, ma l’esperienza deve continuare anche oltre. Per il 2018, ad esempio, Imc Toys pianificherà una pressione pubblicitaria mai espressa fino ad ora nei primi sei mesi dell’anno per l’azienda: sei soggetti Tv, ma anche due campagne digital e un tour estivo per supportare il lancio delle novità».
Pensa che possa servire creare linee apposite per l’out of season?
«Come Imc Toys abbiamo un’offerta tarata su quello che il mercato richiede di più nei primi sei mesi dell’anno. Sono i dati NPD a dirci cosa si vende: collezionabili, uova di Pasqua, outdoor. Per Imc queste categorie sono coperte dai personaggi e veicoli di Topolino e gli amici del Rally, dai Bunnies, dalle Minnie Doll e dalle uova di Pasqua di Topolino e Minnie. Per il divertimento outdoor un nuovo gioco si aggiungerà alla famiglia di Play Fun, Cascone Gavettone e non mancheranno poi nuove bambole, per una categoria che sta diventando sempre più importante per il mercato e per l’azienda: sarà l’anno delle Bloopies».
In che modo e con quali attività state supportando i negozi a destagionalizzare il mercato del Giocattolo?
«Crediamo fortemente che il ruolo dell’azienda sia quello di offrire prodotti di qualità e con ottime probabilità di successo e di supportare i nuovi lanci con attività marketing su scala nazionale. La comunicazione (Tv, digitale e gli eventi) devono portare il prodotto fino ai consumatori finali generando domanda. Il compito del punto vendita quello di riconoscere l’offerta “di qualità” da quella “di quantità”, accordando fiducia alle aziende che si sforzano per allargare i consumi del giocattolo anche nei primi sei mesi dell’anno. Ricordiamoci che nessuna GDO e nessun negozio web potranno mai far vivere al bambino l’esperienza di entrare in un negozio di giocattoli e trovare quello che sogna e – magari – poterlo provare».
Cosa consiglierebbe loro di fare in vista di un incremento della pedonabilità anche nei periodi non corrispondenti all’alta stagione?
«Le aziende fanno “macro-marketing”, i punti vendita devono completare questa attività intrecciando i fili con i consumatori sul territorio: nel proprio quartiere, nella propria città, nella propria regione…Contatti con scuole, ludoteche, onlus dedite ai bambini, ma anche newsletter, social networks, chat Whatsapp, manifesti, eventi a tema per le feste di calendario, giornate gioco organizzate dal punto vendita: sono tutte attività oggi imprescindibili per un negozio di giocattoli “tradizionale” che si affaccia al 2018. Ricordiamoci che il Food sta già vivendo il ritorno ai negozi di prossimità e che il consumatore – sempre di più – è alla ricerca di un servizio personalizzato che i giganti della distribuzione non hanno saputo sempre offrire».
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare toystore.biz