La diffusione in alcuni mercati degli assistenti virtuali o smart speaker è sotto gli occhi di tutti e confermata dai numeri. Le ultime stime parlano di una penetrazione del modello di Amazon (Echo) in oltre il 10% delle case americane, del modello di Google nel 4% e di quello di Microsoft nel 2%. Una hit che si andrà ad allargare a seguito dell’ingresso di Apple nell’arena della voice smart home. Con l’ingresso nelle case di questi ‘assistenti’ intelligenti però non cresceranno solo gli oggetti smart a essi collegati, ma anche il cosiddetto voice-commerce, ovvero il commercio legato a ordini d’acquisto impartiti a questi assistenti. Nel dettaglio uno studio dell’americana OC&C ha sitmato che entro il 2022 il giro d’affari generato dagli acquisti vocali salirà a 44 miliardi di dollari dagli attuali 2 miliardi. Nel tempo questi smart speaker od oggetti simili saranno tra l’latro anche in grado di suggerire acquisti o marchi oppure di fare shopping in via automatica quando per esempio finisce un determinato alimento oppure si brucia una lampadina. Appare quindi quasi scontato che Amazon in questa nuova partita parta avvantaggiato e non solo perché ha lanciato prima di altri a proporre uno smart speaker. Secondo lo studio americano riportato da RetailDive, questo nuovo canale condizionerà anche molto le relazioni fra le aziende e colosso di Seattle perché il fatto di essere un brand trattato da Amazon metterà questi player in una posizione di vantaggio. Gli analisti di OC&C hanno evidenziato che in una prima fare saranno gli oggetti e i beni a basso costo ed elevato uso quelli che vedranno una maggiore migrazione su questo canale, ma ovviamente in relazione all’evoluzione della voice smart home questo ‘cartello’ potrebbe ampliarsi o mutare.
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