Possono i giocattoli creare un mondo migliore? Sì, ma devono essere giocattoli di design ed etici. Giocattoli per costruire i quali servono toy designer di ultima generazione. Come quelli che forma Design for Kids and Toys, il Corso di Alta Formazione organizzato da Poli.design Consorzio del Politecnico di Milano, promosso, sostenuto e patrocinato da Assogiocattoli, e giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Ne abbiamo parlato con Luca Fois, co-direttore del corso, insieme ad Arianna Vignati e Francesco Zurlo.
Da dove nasce l’idea di Design for Kids and Toys?
Il corso nasce per supplire a una carenza del comparto italiano del giocattolo. Siamo la patria del design nelle sue diverse declinazioni eppure il giocattolo italiano non ha una sua precisa identità. I giocattoli tedeschi, scandinavi e, paradossalmente anche quelli cinesi, hanno una loro identità riconoscibile, quelli italiano no. Eppure un’identità culturale di prodotto di qualità riconoscibile sarebbe molto importante per aziende che oggi competono in un mercato globale.
A chi si rivolge il corso?
Laureati in design, architetti, psicologi: il background degli iscritti al corso è molto vario. In genere sono persone interessate a un approccio più innovativo e professionale in materia di prodotti e servizi per bambini. Persone che hanno sposato quello che noi definiamo, con un neologismo di nostra invenzione, il Kidnascimento. Vuol dire considerare il bambino portatore autonomo di diritti e metterlo al centro dell’attenzione del designer e, quindi, di tutto il processo di progettazione, produzione e distribuzione del giocattolo. Una vera e propria rivoluzione.
Qual è il risultato del nuovo approccio?
Il giocattolo di design è un prodotto di maggiore qualità e sicuramente più etico.
Quando un giocattolo è etico?
È etico quando tutto il sistema prodotto lo è. Per quanto riguarda il giocattolo in sé deve consentire al bambino un’interazione creativa, che lo porti a essere protagonista del gioco e non soggetto passivo, ma deve anche offrirgli la possibilità di socializzare, sia con altri bambini sia con gli adulti. Ma il sistema prodotto comprende anche la comunicazione, che risulta etica quando in-forma i genitori sul corretto utilizzo del giocattolo, il packaging e il rapporto che il prodotto avrà con il punto vendita, con l’esposizione e con i suoi due target.
E la necessità delle aziende di vendere?
Etico non vuol dire solo mettere il bambino al centro, è etico fare un giocattolo che venda. E poi se c’è un messaggio educativo, più il prodotto è venduto, più il messaggio passa e si diffonde.
Come deve il retail?
Deve tornare alle origini quando il giocattolaio era la figura in grado di fornire un servizio, e non solo di vendere un prodotto, capace di orientare e di in-formare il cliente.
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