Giochi Preziosi: probabile una trattativa con Clessidra

La società di Enrico Preziosi e 3i, secondo indiscrezioni di mercato non confermate, è entrata in fase di trattativa avanzata con il fondo Clessidra, guidato da Claudio Sposito: il dossier sarebbe in dirittura d’arrivo e l’accordo potrebbe essere raggiunto a breve. Se così sarà, Giochi Preziosi sarà il primo big deal nel private equità in Italia da quasi un anno. I contatti con Clessidra sono partiti in autunno e ora il fondo sarebbe in pole position per rilevare il 51,7% della holding Ludica oggi in mano a 3i, il fondo di Sergio Sambonet. Da tempo 3i, entrata nel 2005 nella società, stava valutando l’uscita, portando avanti la strategia del doppio binario, Ipo o un secondare buy-out: la primavera dell’anno scorso l’opzione Borsa sembrava la più concreta, ma dopo la gelata autunnale ha preso corpo l’ipotesi della vendita con Clessidra al rush finale. Interpellato in merito, il fondo 3i ha commentato che al momento non c’è nulla di concreto riguardo al processo di vendita. Enrico Preziosi, fondatore della società, vedrebbe intatto il suo 48% di Ludica e continuerebbe ad affiancare l’azionista di maggioranza. Mancano ancora molti aspetti da definire e come sempre accade nelle trattative, gli ultimi giorni sono spesso i più difficili: in Banca Rothschild, advisor di Giochi Preziosi, stanno mettendo a punto l’operazione. Al centro delle trattative c’è il prezzo: Giochi Preziosi verrebbe valutata da Clessidra intorno agli 800 milioni di euro. L’anno scorso, all’epoca dei piani di Ipo, la valorizzazione si aggirava intorno al miliardo, ma è chiaro che la discesa dei mercati ha ridotto le valutazioni in generale delle aziende. La parte più delicata per Clessidra, è quella del finanziamento, dopo che la crisi subprime ha di fatto bloccato il mercato del debito, e Clessidra è affiancata da un pool di banche composto da Intesa San Paolo, UniCredit e Bnp. Alle spalle i momenti difficili, oggi l’azienda dei Gormiti, dopo l’ingresso di 3i e l’arrivo di un nuovo management, composto da Dario Bertè e Oddone Pozzi, presenta conti in salute: nel 2007, bilancio chiuso al 30 giungo, il giro d’affari è salito a 723 milioni e c’è stato un deciso recupero della redditività con il margine operativo lordo che si è attestato a 79 milioni (+22%). L’anno scorso il Gruppo è tornato all’utile, per 4,5 milioni, contro una perdita di 5,4 milioni dell’esercizio 2005/2006. Grazie ad uno spin-off immobiliare da 73 milioni, curato da Morgan Stanley, l’azienda che ha beneficato una plus valenza da 60 milioni che è stata usata per ridurre i debiti finanziari: dai 275 milioni di giungo 2006 la posizione finanziaria netta è calata a 153 milioni. Fonte della notizia è Il Sole-24 Ore.

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