Che si acquisti in modo tradizionale o si faccia eshopping, il digitale è oramai entrato nello shopping journey di ogni individuo, anche in quella del consumatore più tradizionale e poco o niente tecnologico, come possono essere, per quanto riguarda i Baby Product, i nonni. Secondo la ricerca Netcomm, realizzata in collaborazione con MagNews, Il consumatore digitale allo specchio – L’impatto del digital sui nuovi comportamenti di consumo, infatti “digitale non è solo un canale di vendita, ma una declinazione di strumenti che interagiscono a vario livello lungo tutto il processo d’acquisto e che creano delle nuove opzioni di relazione tra il consumatore e il brand”. La ricerca – condotta su un campione, rappresentativo di 30 milioni internauti italiani, di 2.000 persone che hanno acquistato online o offline nei sei mesi precedenti – ha individuato 8 cluster di consumatori, di cui 3 che acquistano in prevalenza offline e 5 che sono digital in tutte le fasi d’acquisto. Ma, è da tenere ben presente che non esiste una tipologia di acquirente solo digitale o solo tradizionale. Chi acquista essenzialmente nei negozi tradizionali è sempre più probabile che si informi prima in modo digitale e che viceversa l’eshopper faccia anche acquisti nei negozi fisici. Anche per questo l’indagine ha tenuto conto, oltre che del canale in cui si è finalizzato l’acquisto (online e offline), anche dei touchpoint on e offline utilizzati dal consumatore che concorrono alla decisione d’acquisto (motori di ricerca, siti comparatori, recensioni, canali social, parere amici, vetrine dei negozi) e dei trigger, ovvero gli eventi che hanno dato luogo agli acquisti per la prima volta o al riacquisto.
Secondo Netcomm “gli acquirenti online sono stati stimolati in primis da comunicazioni digitali (email, sms, notifiche push) che li hanno informati di una promozione, di un prodotto già monitorato o di interesse (29,2%), mentre per gli acquisti offline la vista della vetrina è stato il trigger maggiormente influente (36,4%), ma c’è un 14% di consumatori tradizionali che sono stati convinti da comunicazioni digitali (email, sms, notifiche push), anche per questo i brand/retail “devono utilizzare tutti i dati e le tecnologie a loro disposizione per comprendere in maniera puntuale e tempestiva i comportamenti di consumo dei loro clienti attuali e potenziali.
L’approccio onmicanale è necessario per creare relazioni uniche e fidelizzanti” evidenzia Netcomm…
L’articolo completo su Babyworld Gennaio-Febbraio 2018
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