Il Manager del Mese: a colloquio con Stefano Montanari

Qual è la sua opinione oggi sul mercato del Giocattolo?«Il mercato del giocattolo è in rapida trasformazione sospinto da importanti fattori economici e da specifiche dinamiche interne al settore. Se da un lato sono in calo i consumi, dall’altro, le proposte degli operatori, a tutti i livelli: dettaglianti, commercianti, importatori, sembrano insufficienti per contrastare in modo efficace la frenata delle vendite. La crisi sta trasformando persino lo stesso territorio cittadino, con zone “commerciali” che si indeboliscono e altre che invece mantengono gli stessi livelli. Alcune, poche, riescono a crescere. C’è molto movimento negli spazi commerciali sulle strade dello shopping con occasioni importanti da cogliere per quelle attività pronte a valutare anche trasferimenti. Dal punto di vista distributivo, l’intera filiera si sta accorciando velocemente per riuscire a proporre sul mercato i prodotti a prezzi sempre più competitivi, nonostante l’aumento delle materie prime. Ma i passaggi distributivi non solo devono diminuire numericamente, ma devono diventare sempre più efficienti dal punto di vista dei costi fissi e dei costi variabili, dei costi diretti e dei costi indiretti. Dobbiamo prendere in seria considerazione l’aspetto, ormai molto reale, del ridimensionamento nei volumi d’affari e adeguarci e preparaci ad affrontare in modo consapevole un periodo che si prospetta ancora recessivo per i prossimi mesi, se non per i prossimi anni».In quale direzione si sta evolvendo?Per quanto riguarda il Normal Trade: ascesa delle catene retail con insegna unica; crescente adesione dei negozi indipendenti ai gruppi d’acquisto; ritorno a spazi di vendita compresi fra 100 – 250 mq e riorganizzazione degli spazi commerciali prima dedicati alla puericultura pesante. Per quanto riguarda i Wholesaler: hanno un buon momento dovuto alla grande capacità di fornire i negozi al dettaglio con quantità libere e stanno inserendo linee di qualità siglando accordi distributivi con importanti brand del giocattolo. Per quanto riguarda, infine, la GDO: soffre la mancata specializzazione che limita le capacità di scelta e selezione prodotti a pochi fornitori e molti gruppi si sono concentrati sugli sviluppi del settore e-commerce». Qual è la sua opinione sulla situazione della distribuzione oggi nel Giocattolo?«La copertura del territorio è ben strutturata e ha raggiunto un buon livello di maturità nei rapporti tra i singoli operatori. Purtroppo sono in calo le partecipazioni alle fiere di settore, momenti di condivisione e di incontro comune. Questo fenomeno sta certamente contribuendo ad impoverire le risorse e le proposte del nostro settore ma è anche il risultato di un mercato sempre più portato avanti e deciso tra grandi operatori e che muovono importanti volumi.Sul fronte della produzione il far east sta migliorando costantemente i livelli di servizio e gli standard produttivi anche se a questo trend positivo corrisponde una crescita altrettanto rapida dei costi». Quali previsioni per il 2013?«Sarà un anno difficile e di transizione. I grandi gruppi, quelli che dispongono di capacità d’investimento, stanno già virando su gamme e fornitori che li aiutino a migliorare le marginalità e trovare un collocamento per la propria immagine più forte e di maggiore differenzazione nel mercato».
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