Il Paradiso dei Bambini, il negozio da più di 100 anni al servizio del cliente

Intervista con i titolari Stefano e Valentina Pinton
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Otto vetrine popolate esclusivamente da giocattoli montati, l’effetto wow dell’essere accolti in un ambiente reso magico dalle pareti e dal soffitto affrescato, un assortimento pieno di alternative al giocattolo pubblicizzato e, soprattutto, tutta la passione e l’esperienza maturata in oltre 100 anni di presenza nel centro storico di Treviso. Così Stefano e Valentina Pinton provano ad essere alternativi al web.

Quali sono state le tappe più significative della storia ultracentenaria del vostro punto vendita?
Con mia sorella Valentina siamo la terza generazione della famiglia a gestire questa attività. La storia de Il Paradiso dei Bambini ha inizio nel 1915, quando la famiglia Sudessi apre un piccolo negozio di giocattoli in Corso del Popolo, a pochissima distanza dalla nostra attuale sede, e lo chiama Bazar 900. Dopo qualche anno – siamo nel 1921 – mio nonno Piero rileva l’attività e la porta avanti fino a quando nel 1944 viene seriamente danneggiato durante un bombardamento su Treviso. Per continuare a lavorare, in attesa che vengano completati i lavori di ristrutturazione, mio nonno trasferisce per qualche mese l’attività nella vicina Piazza della Borsa in una sorta di container bianco sul quale, come si vede dalle fotografie dell’epoca, campeggia già l’insegna Il Paradiso del Bambino. Si arriva così al 1957, quando mio padre Piergiorgio decide di traslocare nell’attuale sede di via Manin, 32. Il nuovo negozio ha una superficie di 150 mq, si affaccia con quattro vetrine e l’ingresso su Via Manin e con quattro vetrine su Via Lombardi. Questa è ancora la dimensione attuale anche se con la ristrutturazione fatta nel 2000 l’ambientazione è stata totalmente rivoluzionata. Le pareti sono state tutte affrescate con motivi e personaggi amati dai bambini e il soffitto con un cielo azzurro con qua e là qualche nuvola bianca. Ancora oggi più dei complimenti dei clienti e dei turisti che ci visitano per la prima volta, una delle nostre più grandi soddisfazioni è vedere i bambini restare a bocca aperta per la meraviglia.

Dopo essere stati membri del Gruppo La Giraffa, ne siete usciti. In che cosa essere totalmente indipendenti è per voi un vantaggio?
Far parte di un gruppo offre indubbiamente delle opportunità, come ad esempio, le esclusive. A un certo punto, però, ci siamo convinti che tornando a recuperare la nostra autonomia avremmo potuto selezionare un assortimento e un posizionamento che, in un certo senso, fosse più rappresentativo del nostro stile e della nostra identità e comunque più adatto alla trasformazione in atto sulla piazza di Treviso.

A cosa allude? Quali sono le caratteristiche distintive di questa piazza?
Treviso resta una città con un buon potere d’acquisto e un benessere diffuso. Purtroppo, però, già da alcuni anni il centro storico si sta letteralmente spopolando. Dal 2010 a oggi gli abitanti sono scesi da circa 20 mila a poco più di 7 mila.

Prima accennava ai turisti…
L’afflusso di turisti c’è, ma non è tale da compensare il calo che ho descritto prima. Essendo a ridosso di mete più prestigiose, Treviso non è la prima destinazione e spesso chi ci viene si accontenta di una veloce visita serale. Oltre a questo, negli ultimi anni siamo stati penalizzati prima dal Covid e l’estate scorsa dal caldo torrido.

E quest’anno?
Nei mesi di giugno e luglio i risultati sono inferiori alle aspettative. Forse anche per effetto dei lavori in corso in Corso del Popolo. Fino al 2008, l’afflusso in negozio era decisamente più sostenuto. Tanto è vero che eravamo in 8 a servire la clientela. Con il tempo, per tutte le ragioni che ho elencato prima, la pedonabilità è calata costantemente. Oggi riusciamo a gestirlo io e mia sorella ricorrendo a qualche aiuto nei momenti di picco come il Natale. […]

Qui sotto le foto del negozio specializzato Il Paradiso dei Bambini:

L’intervista è un estratto dell’approfondimento “Vogliamo ispirare il cliente” pubblicata nel numero di Agosto-Settembre 2023 di Toy Store. Per leggere il testo integrale clicca qui oppure scarica gratuitamente la versione digitale su:

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