Ta Petite “parola d’ordine personalizzazione”

Senza tralasciare l’attenzione alla salute e all’ambiente, senza rinunciare al design, a un’estetica accattivante e a un pizzico di ironia. L’intervista a Eleonora Lippi, fondatrice del progetto Ta Petite
|Eleonora Lippi

Ta Petite nasce dalla voglia di riprendere il controllo del mio tempo e dall’esigenza di mettere in moto le mani. Durante i sette anni di lavoro in azienda non sono mai stata ferma dal punto di vista creativo, finchè non ho trovato la forma di esprimermi che più mi apparteneva, il cucito. Ta Petite non è solo la logica conclusione di un percorso di vita e formativo, ma rappresenta il concretizzarsi di ciò che secondo me è importante per sperare in un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Credo fortemente che il futuro poggi le sue basi su due cose: i bambini e l’ambiente. Tutto il lavoro, i prodotti, le scelte che contraddistinguono Ta Petite sono volte a sostenere questa convinzione, e quindi a prendersene cura. Il 90% dei miei prodotti è realizzato con tessuti certificati GOTS, la più alta certificazione tessile esistente che garantisce non solo la sostenibilità ambientale nel processo produttivo e la composizione naturale dei tessuti, ma anche un rispetto delle condizioni sociali dei lavoratori (salari minimi garantiti, nessuno sfruttamento minorile, orari di lavoro dignitosi). Inoltre, per ogni ordine ricevuto, sto piantando un albero insieme all’associazione One Tree Planted per sostenere il progetto di ripopolazione delle Orche nel Pacifico, strettamente e curiosamente connesso agli alberi! Anche al packaging è riservata un’attenzione particolare, utilizzando solo carta, cartone e scotch in carta, mentre la scelta del corriere per le spedizioni è caratterizzata dalla possibilità di utilizzare buste riciclate e riciclabili per l’imballaggio. In questo momento sto anche lavorando per ottenere la certificazione CE, che aumenta il livello di controllo sulla qualità dei materiali utilizzati e quindi anche la sicurezza del prodotto proposto. I miei prodotti, infine, sono ispirati al Metodo Montessori e più in generale hanno un fine e una valenza didattica, per favorire, diffondere e sostenere un tipo di gioco volto allo sviluppo cognitivo e all’apprendimento: il momento del gioco diventa quindi un’esperienza sensoriale, di esplorazione e conoscenza del mondo attraverso la manipolazione e l’utilizzo di tutti i sensi.

 Quali sono le caratteristiche principali del brand?

Le caratteristiche principali del brand sono essenzialmente tre. I prodotti proposti mirano a sostenere la qualità e l’importanza del momento del gioco, non solo visto come un momento di divertimento ma anche di apprendimento, esplorazione e condivisione. I miei giochi sono infatti ispirati al Metodo Montessori e in parte anche a Bruno Munari e alla sua pedagogia. C’è un’enorme attenzione al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità sotto diversi punti di vista (GOTS, packaging, alberi piantati per ogni ordine). La personalizzazione è uno dei cavalli di battaglia di Ta Petite. La possibilità da parte del cliente di richiedere un prodotto completamente personalizzato è certamente un plus da non sottovalutare, soprattutto in un momento storico come questo, in cui l’esclusività e il bisogno di ritrovare la propria identità e personalità sgomitano concitatamente. Il prodotto artigianale è già unico di per sé, ma con l’aggiunta dell’impronta del cliente si ottiene davvero un prodotto carico di emotività e valore affettivo ineguagliabile.

Com’è articolata la vostra offerta?

Il catalogo di Ta Petite fino a poco tempo fa riservava spazio a diversi settori, dall’arredo della cameretta, alla cura e l’igiene del bambino, al gioco didattico, ai prodotti per la mamma. Dopo 8 anni, avendo iniziato proprio con un Quiet Book, ho deciso che il mio percorso è strettamente connesso alla didattica, ed ho deciso di eliminare tutti i prodotti che non rispecchiano questa mission. Quindi attualmente ho mantenuto in essere la linea dei giochi sensoriali/Montessori (cubi, libri, tappeti), i Cuscini da Allattamento, che hanno una formula nell’imbottitura totalemente nuova e introvabile sul resto del mercato, e pochi altri giochi, comunque educativi e di grande valore empatico/emotivo (PappaPaura e ProMemory). L’obiettivo nel futuro è di mantenere questa linea ed espanderla sotto mille altre forme e con altri prodotti, dedicati anche ai più grandi che al momento hanno ancora poco spazio.

 Realizzate anche progetti personalizzati?

 Assolutamente si, come detto la personalizzazione è la maggior parte del mio lavoro. Ed è anche la parte più faticosa e gratificante dal punto di vista artistico. Per le mie clienti rivedere se stesse, la loro vita, la loro famiglia, i loro interessi e le loro passioni nei prodotti che mi chiedono è un’esperienza esaltante, così come è importante, da quello che vedo, lasciare un segno, far sapere a chi riceve quel regalo che “ci ho messo del mio perchè ci tengo a te”. L’acquisto veloce su Amazon sta lasciando spazio al tempo, alla poesia della ricerca e della cura e all’attenzione che si riserva ad un prodotto davvero unico e fatto col cuore.

 Come raggiungete oggi il consumatore?

Per anni ho girato l’Italia partecipando a vari market e fiere del settore. In questo momento ho invece deciso di fermarmi, partecipando al massimo a 2 eventi l’anno, perchè comunque il rapporto diretto col cliente è sempre meraviglioso, soprattutto se ti permette di conoscere dopo anni persone che ti seguono e ti sostengono. Per il resto ho il mio e-commerce sul sito e anche se negli anni ho avuto diversi rivenditori in tutta Italia al momento ho interrotto le collaborazioni per mia scelta. Prossimamente ho intenzione di ricominciare questo tipo di collaborazione soprattutto con le librerie, i negozi dedicati all’artigianato e gli showroom di arredo Montessori che spesso mi chiedono di arricchire i loro setting coi miei prodotti.

Come utilizzate i social network?

 Ultimamente sto dando grande spazio a Instagram rispetto a Facebook, lo trovo più immediato e ne utilizzo soprattutto le stories che mi permettono un’interazione in tempo reale e diretta. Sono presente costantemente con 3 post a settimana ma trovo che le stories portino più clienti e più vendite e anche il mio modo di comunicare è più naturale in tempo reale. Nei post mi dedico principalmente ad approfondire tematiche più “tecniche” e legate al prodotto e ai valori proposti da Ta Petite, con qualche incursione sulla mia vita personale che è inevitabile per un brand artigianale.

 Quali consigli vorreste rivolgere a un retailer che volesse vendere i vostri prodotti nel proprio store?

Se un retailer volesse vendere i miei prodotti consiglierei certamente un momento di incontro tra me e la clientela per presentare i miei prodotti e il brand, come ho già fatto in altri store, perchè i clienti, soprattutto di grandi negozi e se non abituati al prodotto artigianale, non percepiscono facilmente il valore che esso racchiude. I prezzi sono molto spesso elevati, ma questo rispecchia tutta una serie di scelte sostenibili  che difficilmente vengono recepite se non raccontate, tra cui l’utilizzo di materie prime a km 0 e certificate. Inoltre a mio avviso sarebbe certamente funzionale, ad esempio nel caso dei libri, mettere a disposizione del cliente un paio di prodotti che i bambini possano manipolare lì per lì, per far capire anche ai genitori, osservandole in diretta, le grandi potenzialità del prodotto e il tipo di attenzione e concentrazione che stimolano nel bambino. Lavorando io anche molto con la personalizzazione, potrebbe essere interessante riservare uno spazio di “appuntamenti” per i clienti che sono interessati a questo tipo di percorso, raccontando loro le varie possibilità.

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