Qual è la vostra opinione riguardo la situazione della contraffazione nel mercato del Giocattolo in Italia?
«Esistono due livelli di problemi nel nostro mercato: il prodotto veramente contraffatto, con la copia non autorizzata di marchi e brevetti, e la competizione sleale di chi si “accoda” ad un treno. In entrambi i casi il nocumento per le aziende che investono in ricerca e sviluppo e nella costruzione di innovazione ed originalità è rilevante. Se nel primo caso esiste una teorica salvaguardia fornita dall’ordinamento giuridico, sulla seconda le possibilità di intervento sono minori, e sta al mercato, nel lungo periodo decidere chi davvero è bravo e chi invece, semplicemente, si inserisce in un filone di successo. A questo va aggiunto che il falso è praticamente nella totalità dei casi è un prodotto che non è stato sottoposto a test qualitativi, e che quindi rappresenta un grande rischio per la sicurezza del consumatore».
Vi sembra si sia aggravata nel corso degli anni?
«Credo che la situazione del falso sia migliorata rispetto ad anni fa, non tanto perchè ci siano meno falsi, ma perchè l’evoluzione normativa sulla qualità e sicurezza del giocattolo ha di fatto escluso la possibilità per molte aziende di rivolgersi ai mercati di quel tipo di prodotto. E’ chiaro che ci sono realtà geografiche e distributive che ancora attingono molto al falso e che poco si interessano alla qualità del prodotto che vendono. Esistono invece ancora molte realtà, anche molto importanti, che hanno un approccio quantomeno spregiudicato nell’inserire nella propria gamma prodotti chiaramente derivati da idee di altri. Questo a mio giudizio è molto grave, nonostante non sia punibile legalmente».
Come cercate di difendervi dal mercato del falso?
«Spin Master è molto aggressiva dal punto di vista legale: ha partner specializzati che si occupano di supportare le dogane nel controllo all’accesso dei prodotti, così come persone sul territorio che una volta individuati i prodotti attivano l’azienda per segnalarli e bloccarli. Inoltre siamo molto chiari nei contratti che stipuliamo con i nostri clienti, evidenziando che l’eventuale presenza di falsi nel punto vendita da origine alla decadenza delle condizioni commerciali e, nei casi più estemi, alla sospensione del codice cliente. Anche in Far East ci sono società specializzate che lavorano per Spin Master, e solo nel caso della Flying Fiary, per citarne uno, erano state fatte chiudere 6 diverse fabbriche che producevano copie. Tutto questo non ci mette chiaramente al riparo al 100%, ma è fondamentale per una azienda che fa dell’innovazione il proprio caposaldo fondamentale essere così intransigente».
Quali tipo di operazioni ritenete siano necessarie per contrastare il mercato del falso?
«Dal punto di vista normativo direi che ci siamo. Anche se molte norme sono di difficile applicazione e danno poi origine a costi e tempi per i quali è difficile trovare una motivazione, le leggi italiane ed europee in materia sono sufficientemente chiare e rigide. Certo, un miglioramento del modo in cui vengono applicate, specie nel nostro Paese, darebbe origine ad una maggiore deterrenza nei confronti dei soggetti che si comportano fuori dalle regole. Un grosso passo in avanti si può fare attraverso l’educazione culturale del Trade: vendere un prodotto falso o una copia di una idea può forse rendere un piccolo profitto nel breve periodo, ma alla fine porta ad una disaffezione da parte del consumatore e ad un impoverimento delle risorse di chi fa ricerca e sviluppo, col risultato finale di rendere il settore più povero, e, nella quasi totalità dei casi, con la certezza di mettere in mano ad un bambino un prodotto non testato e potenzialmente pericoloso per la sua salute. La maggior parte del nostro mercato riconosce e capisce questi concetti, e noi non finiremo mai di ringraziare abbastanza chi supporta le aziende che fanno innovazione, ma esistono ancora operatori che faticano a fare propri questi concetti».
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