“Mi piacciono le sfide”. A dichiararlo è Franca Valli, titolare dell’insegna L’isola che non c’è, fondata nel 2011 a Como. Toy Store l’ha incontrata per saperne di più.
Lo store nasce più di 10 anni fa. Cosa l’ha spinta ad aprire un negozio di giocattoli?
L’isola che non c’è è un sogno nel cassetto che si è realizzato 11 anni fa. Io nasco come maestra d’asilo, anche se non ho mai lavorato in un asilo perché, quasi per caso, ho iniziato a seguire una bambina autistica con una serie di patologie rare e da lì è iniziato il mio percorso in un istituto per bambini gravemente disabili. In mondi come questi la realtà è distorta. Ogni giorno hai a che fare con la sofferenza, il cuore ti si spacca in due e impari a vedere la vita che ti scorre accanto con occhi diversi, a capire il valore delle cose e la tua sensibilità nei confronti dell’altro cambia. Ho imparato molto da questa realtà. Quando mi sono sposata e ho avuto i miei due figli, Filippo e Giulia, ho deciso che volevo dedicarmi a loro, alla loro crescita e non perdermi neanche un attimo del loro tempo. Poi però il tempo passa, i figli crescono e ti accorgi che hai bisogno di qualcosa d’altro, che ti manca l’energia e la gioia che solo i bambini ti sanno dare e così è nata l’esigenza di creare qualcosa di mio, qualcosa che mi riportasse un po’ indietro nel tempo ed è così che è nato L’isola che non c’è.
Una scelta di nome che strizza l’occhio a Peter Pan…
L’isola che non c’è è il mondo magico di Peter Pan dove si rimane sempre un po’ bambini. I bimbi giocano perché è attraverso il gioco che imparano, scoprono e fanno le loro esperienze, i genitori tornano a giocare con i loro figli e i nonni tornano bambini con i nipotini. George Bernard Show diceva: “L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare”.
Qual è la particolarità del suo store?
Ho cercato di creare un mondo magico con giochi diversi. Non ho nulla di quello che è il giocattolo commerciale, i miei giochi non si trovano nella grande distribuzione o nei supermercati. Il gioco che propongo io va raccontato, spiegato, ed è per questo che il cliente una volta che viene torna, perché si sente coccolato e guidato nella scelta. È importantissimo consigliare il gioco giusto al momento giusto perché è attraverso il prodotto più adatto a lui che il bambino imparerà a sviluppare le sue capacità tattili, visive, motorie e linguistiche.
Sono prodotti che si ricollegano alla sua esperienza passata…
Propongo solo giochi dove è il bambino che gioca con il giocattolo e interagisce con esso e non il contrario. Troppo spesso vediamo giochi in cui il bambino rimane passivo perché è il giocattolo che gioca per lui. Propongo materiali come la stoffa per la prima infanzia, il cartone, il legno e la latta per i più grandi. La plastica è bandita a esclusione fatta per la linea Green Toys che usa plastica riciclata. Mi piace pensare che i miei giocattoli crescano con il bambino e che lo stesso gioco verrà usato in maniera diversa nel corso degli anni cambiando con lui.
Puoi leggere l’intervista completa sul numero Agosto/Settembre di Toy Store, disponibile gratuitamente su:
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