Dal 28 ottobre all’1 novembre si è tenuta la prima edizione post-pandemica che ha sancito il ritorno alla normalità. Padiglioni pieni, strade affollate e centinaia di migliaia di appassionati che hanno invaso gli spazi del festival all’insegna del divertimento. Impero del gioco, Lucca ha posizionato la sua capitale nel Padiglione Carducci, ampliato ad hoc per l’occasione per accogliere aziende e giocatori. Tutte le novità di questa edizione sono state raccontate da Emanuele Vietina, Direttore Generale di Lucca Comics & Games.
Lucca Comics & Games, a causa della pandemia, si è dovuto reinventare, mettendo in atto piani B e diventando sempre più digital, trasformandosi in Lucca Changes. Cosa avete imparato da questi cambiamenti?
Lucca nella pandemia ha trovato la forza di risollevarsi, grazie a tutto lo staff che si è rimboccato le maniche, e di imporsi come una realtà che andava preservata a tutti i costi. La prima grande sfida da vincere, infatti, è stata quella con la governance pubblica per non farci fermare e non essere ibernati. Insieme a Mario Pardini, ex presidente di Lucca Crea e neo sindaco della città, ci siamo battuti per ottenere un investimento significativo di oltre mezzo milione, che ci ha permesso, attingendo esclusivamente alle nostre riserve e senza pesare sul socio pubblico, di arrivare agli 800 mila euro necessari per creare tutta l’impalcatura digitale di Lucca Changes. Quello che volevamo assolutamente ottenere erano infatti tre cose che consideravamo fondamentali. La prima era difendere il periodo, perché tutte le fiere si spostavano e muovevano e noi invece volevamo conservare quella finestra di giorni che ci rappresenta da sempre. La seconda era difendere il rapporto con l’industria, che proprio nell’era Covid ha subito un attacco tremendo e, infine, rafforzare il nostro brand, creando strumenti che ci proiettassero nel futuro. Da qui la nascita dei Campfire, che ci hanno aiutato ad andare a incontrare la Community di appassionati che non poteva venire da noi, ma anche la creazione a tempo record di un programma Digital che ci ha permesso di presentare tutte le novità editoriali collegandole all’e-commerce Amazon, dove è stato aperto uno store virtuale che dura ancora adesso, oltre al consolidamento di una importante partnership con Feltrinelli e con RAI. Anche l’apertura del canale Twitch, che ci mette in contatto con i content creator, è un passo in più nella direzione di essere attivi non solo durante i giorni del Festival ma tutte le 52 settimane dell’anno.
Lucca Comics & Games è diventato negli anni sempre più un fulcro centrale anche per il mondo del giocattolo. Sia quello pensato per i più piccoli, grazie a Lucca Junior con il Family Palace, sia per i kidult e collezionisti, proprio grazie all’anima dell’evento. In che modo gestite queste due realtà così diverse ma ugualmente catalizzanti?
Queste due realtà sono strettamente collegate, perché per noi il gioco è la matrice con cui si costruisce. Vivono e respirano in sintonia assoluta in un progetto di reciprocità e sviluppo comune. Tra l’altro la stragrande maggioranza delle attività di Lucca Crea sono all’insegna dell’educazione e del gioco per giovani adulti attraverso progetti di consapevolezza informata, come quelli sulla Gestione dell’acqua e dei rifiuti, per esempio. In questo periodo poi stiamo realizzando uno dei nostri progetti più ambiziosi e che riguarda proprio la nostra mission di divulgare il gioco da tavolo d’autore. Si tratta di una campagna realizzata per l’Azienda Usl Toscana Nord Ovest chiamata Slow Life – Slow Games dove vengono presentati i giochi in scatola come antidoto al gioco d’azzardo patologico: la più grande azione di diffusione del gioco da tavolo in Italia, con 5.000 giochi acquistati e donati per 750 ludoteche scolastiche e 15.000 copie del gioco Playa Pirata nell’edizione esclusiva illustrata da Pera Toons, lanciata in anteprima a Lucca Games 2022 e donata a tutti i bambini che partecipano al progetto. Tornando a Lucca Comics & Games, nel Padiglione Carducci le aziende del gioco affiancano a giochi più adulti anche quelli per bambini e nel Family Palace, oltre a una ludoteca, ai laboratori e ai workshop per insegnanti dove cerchiamo di far apprendere le regole del divertimento e dello stare insieme democraticamente, ci sono anche tanti giochi per famiglie di stampo randolphiano. Non per niente quest’anno abbiamo tenuto una mostra dedicata ad Alex Randolph, dove sono state mostrate per la prima volta in Italia le creazioni del celebre game designer. Un gigante del XX secolo ludico, nell’anniversario del primo centenario dalla nascita può rappresentare un viatico perfetto per raccontare chi sia e cosa faccia un autore di giochi, le cui ricette sono bramate oggi come non mai da tante aree di interesse. Quella di Randolph è stata fra le primissime cifre espressive riconosciute dall’industria dei giochi e dal suo pubblico. Tale evidenza si è trasformata poi in reale influenza anche grazie alla cruciale e vittoriosa rivendicazione nei confronti delle aree produttive del settore per la costante inclusione del nome degli autori sulla copertina dei giochi da tavolo, mozione di cui Randolph si è fatto notoriamente e energicamente capofila, come testimonia in mostra il leggendario sottobicchiere firmato dai tredici autori di Norimberga nel 1988.
© Riccardo Bonuccelli
Questo è un estratto dell’intervista a Emanuele Vietina “Si è tornati a giocare” pubblicata sul numero di Novembre/Dicembre di Toy Store. Per leggere il testo integrale clicca qui oppure scarica gratuitamente la versione digitale su:
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