Promuovere lo sviluppo creativo del bambino

Dopo aver fatto per alcuni anni la spola tra Brescia e Milano per acquistare per i propri figli giocattoli e libri differenti da quelli che offrivano le realtà commerciali presenti nella città natale, Luisa Zani, con un’esperienza nel campo dell’insegnamento e della psicoanalisi, decide nel 1975 di aprire un punto vendita ad insegna Barbanzè. Dopo quindici anni dall’apertura del primo store, l’imprenditrice ne apre un secondo, dedicato al target adulto e con un’offerta composta da idee regalo originali e dal design ricercato. «Da qualche tempo i due negozi si sono fusi in uno – racconta la titolare – con una metratura di esposizione e vendita di 160 metri quadrati, due magazzini di 70 metri quadrati ciascuno e due ampie vetrine. Il punto vendita è situato nel cuore del centro storico di Brescia, in una zona con elevato passaggio pedonale, e ha un bacino composto da una clientela occasionale, ma soprattutto fidelizzata da generazioni». L’insegna, dall’apertura ad oggi, è diventata in breve tempo un punto di riferimento di genitori ed insegnanti attenti all’educazione dei bambini, anche grazie ad una serie di incontri di pedagogisti ed esperti in varie discipline organizzati dalla titolare all’interno del punto vendita. «Siamo sempre stati una realtà all’avanguardia, a partire dalla scelta del nome dell’insegna, e abbiamo da subito privilegiato la scelta di giocattoli educativi e con elevate qualità e giocabilità – prosegue Luisa Zani – Da dove proviene la parola Barbanzè? Il nome è tratto da una ricerca sulle modalità di gioco dei nonni che avevo realizzato quando insegnavo alle scuole medie. Il barbansec o barbanset ero uno dei vecchi giochi che si faceva per strada, ammonticchiando della terra e infilandoci da varie posizioni un lungo chiodo. L’ho scelto per la mia attività, italianizzandolo ed eliminando l’ultima consonante, perché mi riportava ad un’atmosfera fiabesca e magica, proprio quella che vogliono offrire e trasmettere a tutti i miei clienti». L’insegna Barbanzè, inoltre, ha scelto di entrare a fare parte del gruppo di negozi indipendenti Giocaci.

Da Barbanzè il Giocattolo è una cosa seria

Il punto vendita è organizzato con una divisione per settori merceologici, facilmente riconoscibili e con un layout emozionale, e l’offerta è costruita personalmente dalla titolare, scovando prodotti originali in prima persona alle fiere di settore, in particolare Norimberga, o attingendo ai cataloghi di aziende come Borella-L’Orsomago, Selegiochi, Proludis, Chic, Nines e Antonio Juan. «Siamo convinti che il gioco sia una cosa seria e fondamentale per lo sviluppo armonico del bambino – precisa Luisa Zani – e nel corso degli anni, portando avanti questa filosofia, abbiamo fidelizzato una clientela di genitori attenti all’educazione dei loro bambini. E oggi ci emoziona incontrare i bambini di allora che adulti, non senza commozione, ritorno da Barbanzè con i loro figli». La forza del punto vendita bresciano è anche dato dalla preparazione e professionalità del team di vendita, che da sempre affianca la titolare. «Per quasi vent’anni ho fatto la psicoanalista – racconta la titolare – ma non ho mai abbandonato gli acquisti e la ricerca di giochi ed oggetti interessanti, anche perché fortunatamente ho potuto contare su una squadra di collaboratori attenti, appassionati e capaci che hanno gestito in modo ottimale il negozio. Oggi ci sono ad aiutarmi Claudia Inverardi e Maria Pescatori che sono persone straordinarie e che mi permettono di vivere anche la mia vita di nonna, certa che l’insegna sia in ottime mani». L’insegna Barbanzè è presente su Facebook e su Instagram e presto avrà un sito dedicato, attualmente in costruzione. «Non ho mai fatto pubblicità per la mia impresa, basandomi sulla serietà e sulla costanza del nostro lavoro di consulenza nella scelta dei giochi e dei libri più adatti alle esigenze di ogni singolo cliente – conclude Luisa Zani – Nel corso di questi anni mi sono molto divertita e, chissà perché, riesco ancora a giocare con lo stesso entusiasmo della giovane di quarant’anni fa».

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