Più consapevoli, sostenibili ed efficaci. L’obiettivo del nuovo libro di Emanuele Sacerdote, imprenditore, scrittore, docente e fondatore di Soulside, boutique di consulenza strategica, è quello di ispirare una nuova generazione di retail e di retailer. Toy Store l’ha incontrato
Ha pubblicato il libro “Retailoring – Strategie e Prospettive per il neoretail” in cui analizza il contesto del settore retail presente e futuro. Come mai ritiene che proprio oggi sia necessario un momento di riflessione?
Siamo nella quarta rivoluzione industriale. La tecnologia a tutto campo è la nuova frontiera da affrontare, raggiungere e superare. Il punto di svolta anche per il commercio è l’evoluzione del modo di competere che vede una nuova generazione di aziende più connesse, più tecnologiche, più digitalizzate, più informatizzate e più rispettose dell’ambiente, del clima e della società. A questi evidenti cambiamenti corrisponde un momento storico nel quale entropia e complessità sono in forte crescita (pandemia, clima, guerra, ecc…). In aggiunta, è cambiata la composizione e la profilazione della domanda. È cambiato il modo di consumare ed è cambiato il consumatore. Sicuramente più preparato, più esigente, più moderno. Siamo in un nuovo 1968. Oggi siamo di fronte a quattro generazioni molto diverse tra loro e con esigenze e prospettive per certi versi in divergenza. Se poi allunghiamo la vista e iniziamo a osservare la generazione alpha (nati tra il 2010-2020) il quadro generale è destinato a continuare a essere ancora più sfaccettato. Il settore del retail, che è in fermento da anni, è fortemente influenzato da tutti questi eventi. All’azienda retail (ma non solo) è richiesto di rivedere la propria strategia di mercato, di prodotto e ovviamente di distribuzione. Il futuro, già presente, prospetta il dominio dei dati e la fusione tra digitale e fisico. Onestamente, ritengo il concetto omnichannel sia già superato. Il vero cambiamento sarà un’azienda che diventerà, oltre che produttore e distributore di beni/servizi, un collettore e generatore di dati provenienti dall’interno e dall’esterno, dai canali fisici e dal quelli digitali che non avranno più barriere e confini in una logica tubolare, senza cuciture. Questi dati serviranno improrogabilmente per definire, per alimentare e affilare la propria strategia commerciale. La sfida sarà quella di rinnovare e rivedere i processi principali di valore secondo queste nuove direttrici e adattarli al proprio modello di business.
Post-pandemia, digitalizzazione e sostenibilità sono i tre fenomeni che impongono un significativo ragionamento del modo di competere per trovare un nuovo equilibrio tra uomo-macchina-ambiente. A che punto siamo oggi nel retail italiano su queste tre direzioni?
La mia sensazione è che siamo complessivamente in ritardo. Il ritardo non è solo sul fronte delle aziende, ma sul fronte delle infrastrutture tecnologiche (5G, 6G, telecomunicazioni, impianti, ecc.). Alcune aree geografiche come Cina e Corea sono decisamente più avanti, seguite dagli Stati Uniti e poi dall’Europa. Inoltre c’è ancora un gap culturale aziendale, forse per la reale comprensione di questi cambiamenti epocali, da colmare. Tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità sono prima di tutto mutamenti del paradigma strutturale di un’impresa e, quindi il primo passaggio è di visione strategica. Poi arrivano gli investimenti sugli asset, sulla conoscenza e sulle organizzazioni. Il comparto retail necessita ancora di interiorizzare profondamente questi cambi di prospettiva. Maturato questo nuovo spirito bisognerebbe ripensare e riprogettare la strategia e i cicli principali, oltre che sperimentare e innovare il proprio modello integrandolo con maggior tecnologia, digitalizzazione, informatizzazione e sostenibilità. Pensando questi elementi insieme in modo molto inter-funzionale. Ne consegue che la nuova configurazione e formula retail dovrebbe offrire una prospettiva maggiormente equilibrata e rispettosa del rapporto tra uomo-macchina-ambiente.
Quali sono i passi che il mondo della distribuzione dovrebbe fare oggi per essere al passo con i tempi?
Le caratteristiche peculiari di questo sviluppo del retail si possono riassumere: azienda maggiormente consapevole e reattiva e capace di adattarsi guidando e modificando i processi e i cicli strategici e operativi principali; corpo-retail vissuto come il sistema della distribuzione sferica (integrato e interconnesso) in un più ampio eco-sistema d’impresa informativo, fisico, digitale e sostenibile; fusione e compenetrazione, ma anche sincronizzazione e sintonizzazione in real-time, di tutti i canali di vendita in assenza di conflitti, senza linee di demarcazione e in un’alleanza di spazi fisici e virtuali; evoluzione del singolo point of sales e dei touchpoint in point of engagement interattivi capaci di generare relazione, esperienza e coinvolgimento; CRM avanzato con possibilità di profilazioni intelligenti e supporto tecnologico che produce informazioni e dati da innestare nei processi di supply-chain per la definizione dell’offerta; approccio totalitario e integrale del servizio al cliente con integrazione di livelli di automazione coerenti e funzionali alla cerimonia di vendita; applicazione verticale dei principi e delle regole di sostenibilità e di autenticità.
L’intervista è un estratto dell’articolo “Più consapevoli, sostenibili ed efficaci” pubblicato sul numero di Ottobre di Toy Store. Per leggere il testo integrale clicca qui oppure scarica gratuitamente la versione digitale su:
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