Sapersi mettere in gioco

Oltre ad avere entusiasmo e passione. È questo che ci vuole per far parte del progetto Donchisciotte. La parola all’ amministratore unico Claudio Borella
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Può darci una fotografia di come oggi si presenta sul mercato Donchisciotte?
Siamo una piccola catena che non ha come obiettivo di vendere il proprio concept di franchising, ma di vendere principalmente i prodotti distribuiti dall’Orsomago con il giusto supporto e una politica studiata. 
Come si è evoluta nel corso degli anni?
Abbiamo avuto un momento di espansione, uno di riflessione, uno di correzione. Adesso siamo convinti di aver trovato la giusta formula e stiamo guardando all’evoluzione del mercato nel periodo post-Covid. L’obiettivo non è quello di espanderci, ma quello di trovare le persone giuste che sappiano interpretare il nostro modo di lavorare e che abbiano passione per il giocattolo.
Quanti e dove avete oggi i negozi di proprietà? E in franchising?
Tre di proprietà e tre franchisee. 
Il 16 ottobre avete aperto un nuovo punto vendita a Torino: potete parlacene?
Abbiamo aperto lo scorso 16 ottobre un punto vendita di circa 110 metri quadrati in franchising, gestito da Isabella Conticelli e Carmen Rinaldi, in Via Buenos Aires, 56/c a Torino. Don Chisciotte è già presente a Torino con un punto vendita in via Cernaia, 25. È proprio il caso dell’incontro di persone che parlano la stessa lingua, che hanno passione per il proprio lavoro ed entusiasmo nel vendere questo tipo di prodotti.
Quali caratteristiche deve avere un retailer che vuole aprire un negozio Donchisciotte?
A parte quanto menzionato prima, ovvero entusiasmo e passione, è proprio il caso in cui è necessario avere voglia di mettersi in gioco. Abbiamo bisogno di persone che siano svincolate dalle tradizionali logiche commerciali che prevedono “l’obbligo” di trattare per forza i grandi marchi, anche a discapito delle marginalità.
Quali servizi offrite?
Maggiore flessibilità sugli ordini con supporto logistico, catalogo consumatori, materiali di consumo brandizzati, ma soprattutto un grande lavoro di ricerca e selezione che alleggerisce il titolare da molto lavoro, avendo di fatto un unico interlocutore. Una grossa parte del lavoro è legata alla comunicazione, fatta oggi soprattutto attraverso i social media.
Potete parlarci di come viene gestito l’e-commerce? 
Il nostro e-commerce è parte integrante del sito istituzionale ed è soprattutto un modo per essere presenti ovunque in Italia. Di fatto ci convogliare tutte le informazioni del gruppo, di dare una identità allo stesso e di trasmettere anche quelli che sono i principi che lo guidano.
Avete perfezionato accordi con alcune aziende nell’ultimo periodo per andare ad ampliare l’assortimento dei punti vendita: come mai questa scelta?
Nasce dalla necessità di soddisfare quanto più possibile le richieste dei clienti, senza tuttavia stravolgere la filosofia del nostro assortimento.
Quali sono i progetti per il futuro di Donchisciotte?
Mi legherei alla risposta che ho dato prima. Non abbiamo progetti di espansione ma valutiamo le opportunità che ci si possono presentare per sviluppare la rete.
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