Sempre più aziende usano il design come leva evolutiva

Lei è tra coloro che hanno coniato il concetto di kidnascimento. A distanza di qualche anno, si può dire che il cambio di prospettiva di cui è latore è stato acquisito dalle aziende del settore?

Siamo partiti, molti anni fa, quando nel settore la stessa definizione di Kids&ToysDesign era sconosciuta ai più e la funzione aziendale più “gettonata” era il marketing. Oggi possiamo dire che, sia pur lentamente, la crescente richiesta di maggior qualità da parte dei genitori sta inducendo le aziende ad usare il design come leva evolutiva. Le prime significative adesioni al nostro neo-nato Osservatorio sul Kids&Toys lo dimostra.

Quali sono gli elementi costitutivi di una progettazione che metter al centro il bambino?

Innanzitutto come si diceva occorre porre il bambino al centro del progetto, con i suoi bisogni, i suoi interessi, i suoi livelli di percezione e comprensione, le sue emozioni. In una parola con i suoi diritti di persona. Occorre progettare per l’affermazione della sua autonomia, per la sua auto-consapevolezza che ne è la condizione principale, per la sua capacità di conoscere e sperimentare, per la sua voglia di relazionarsi con la realtà e le persone, per la sua libertà di espressione a livello emotivo e razionale. Design vuole dire cultura e metodo di progetto e deve avere obiettivi e valori etici e funzionali, e di conseguenza, anche qualità estetiche che ne sappiano veicolare i contenuti. Il Kids & Toys Design , tema del nostro Master, è la prima competenza, in rete con quelle neuroscientifiche, psicologiche, pedagogiche, ingegneristiche, chimiche, tecnologiche, etiche, letterarie, grafiche, commerciali, comunicative e, di volta in volta, con tutti i saperi specifici che ruotano intorno al giocare.

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