To be original or not to be?

Per approfondire il tema centrale della contraffazione e dei suoi meccanismi di diffusione, l’associazione ha deciso, attraverso il proprio Centro Studi, di approfondire il tema riguardo il target giovani (14/20). L’obiettivo, scientifico e pratico, è stato identificato nella ricaduta pratica della ricerca, al fine di poter individuare i ragionamenti che si celano dietro un acquisto, di merce vera vs. il falso, così come quali abitudini fossero maggiormente presenti. La ricerca, dal titolo “Conoscere i giovani: consumatori e influencer”, condotta dal centro Studi Indicam, si basa su un campione di 400 studenti di età compresa tra i 14 e i 20 anni, provenienti principalmente dall’hinterland milanese. A questi giovani è stato somministrato un questionario cartaceo anonimo durante un incontro nella Giornata della Legalità (25 novembre 2015).

LA CONTRAFFAZIONE: UN REATO A BASSA PERCEZIONE

Dei 400 ragazzi interpellati, sono 273 quelli che hanno risposto: dato che fornisce un’indicazione importante del coinvolgimento nel tema da parte degli studenti. Tra i rispondenti, il 40% non ha indicato il numero di beni contraffatti acquistati negli ultimi 6 mesi, reticenza che può essere spiegata con la scarsa consapevolezza in termini di scelte di consumo oltre che con un pudore nell’ammetterlo durante un incontro di sensibilizzazione proprio sul tema. Vi è però un 28,6% che dichiara apertamente di aver effettuato almeno un acquisto contraffatto in un negozio fisico e il 12,4% online. Interrogati sul possesso di un bene falso, tra quelli che rispondono alla domanda, un quarto dei ragazzi conferma di averne con sé almeno uno in quel momento.

MITI DA SFATARE

È fondamentale esplorare le motivazioni che spingono i giovani ad acquistare il prodotto di un brand e quelle per cui, invece, si rivolgono al mercato del falso. Questo ci porta a smentire alcune credenze sul tema:

  1. Prezzo. Come è risaputo, le ragioni principali per cui gli adolescenti decidono di acquistare un bene contraffatto sono la convenienza (il 63% le attribuisce molta rilevanza) e la conseguente possibilità di comprare più beni a parità di spesa. Ma, oggigiorno, i commercianti illegali distribuiscono i beni a prezzi molto simili a quelli originali, per cui verificare l’originalità di un prodotto in base al prezzo non rappresenta più una valida strategia antifrode. Inoltre esistono alternative lecite che consentono di acquistare prodotti originali a prezzi accessibili.

  2. Qualità. I ragazzi non si aspettano che i prodotti contraffatti siano di buona qualità, cosa che invece risulta di fondamentale importanza nello scegliere un prodotto originale (l’81% la ritiene molto importante). Ma nelle campagne di sensibilizzazione si continua a sottolineare la scarsa qualità degli acquisti contraffatti, un messaggio poco efficace nel dissuadere i giovani, a cui è già ben noto.

  3. E-commerce. Il canale online è considerato come la seconda situazione più a rischio di frode (62%) dopo la bancarella, al contrario del tradizionale punto vendita, reputato estraneo alla frode e al commercio di falsi (9%). Ma la rivendita di merce contraffatta avviene anche nel canale fisico, che può essere vittima, più o meno consapevole, d infiltrazioni. Uno studio sulle relazioni tra crimine organizzato (UNICRI, 2013) ha evidenziato che talvolta i commercianti sono costretti a acquistare prodotti falsi con un meccanismo che sostituisce il “pizzo”..

  4. Social network. Si pensa a questo canale come privilegiato dai giovani, Ma i giovani del campione non lo considerano ancora un canale primario per effettuare shopping: quasi il 65% non ha mai visitato un social network per acquistare merce falsa.

ACQUISTARE RESPONSABILMENTE

  1. Strategie antifrode online. I giovani intervistati sono preoccupati per gli acquisti online eppure non adottano alcuna strategia per proteggersi, limitandosi solo a leggere le recensioni di precedenti acquirenti (59,3%). Come mai? Perché gli intervistati non ne conoscono la maggior parte, mentre sanno a cosa prestare attenzione in un negozio fisico; questo li porta a non considerarlo un canale a rischio. Creare cultura è, quindi, molto importante, per aumentare l’effetto del passaparola.

  2. Responsabilità. Comprare un bene contraffatto è un atto senza conseguenze: i ragazzi non pensano ai comportamenti scorretti del produttore e spesso non ne sono consapevoli. Unica area di responsabilità attribuita ai commercianti di prodotti contraffatti è quella dell’evasione fiscale (43,2%).

  3. Relazione di causa-effetto. Nel momento in cui vengono resi loro espliciti gli effetti del comportamento d’acquisto illecito dichiarano che sarebbero disposti a rinunciare alla convenienza per non essere complici con la criminalità (65,20%), per non incappare in sanzioni (56,41%) e per non essere partecipi nel provocare danni ambientali (53,84%).

  4. Tutelare i valori. Visualizzare i possibili danni alla salute del consumatore è il principale deterrente al riacquisto di un prodotto contraffatto (97,4%). Pesi rilevanti vengono anche attribuiti allo sfruttamento di minori (91,6%) e all’inquinamento (89,4%). Risulta, invece, che i giovani non percepiscono come vicini i risvolti economici negativi del mercato del falso (come disoccupazione ed evasione fiscale).

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