«La zona si caratterizza per una presenza che definirei pesante della Gd. In particolare Coop presidia la regione con almeno un ipermercato per città. Allo stesso tempo anche l’insegna Toys Center è ben radicata».
«Direi che deve fare a spallate per emergere».
«Il problema fondamentale è che nel nostro mercato, per la tipologia del prodotto veicolato, ci si gioca la metà del fatturato di un intero anno nell’ultimo mese e mezzo. Questo è il fattore che determina la criticità della marginalità».
«A ridosso del periodo natalizio vengono presentate e lanciate offerte promozionali che toccano inevitabilmente il prezzo. Per questo è difficile avere un anno solare con una buona marginalità e avere una redditività, dovendo poi giocarsi la metà del proprio fatturato in un mese e mezzo, senza poter nemmeno applicare i margini necessari. In questo senso, dal mio punto di vista, il negozio specializzato vive una situazione non facile, acuita ulteriormente nell’ultimo periodo».
«C’è da evidenziare che l’Emilia Romagna è sempre stata una regione culturalmente portata all’innovazione, alla ricerca, ci sono molti centri didattici e il consumatore ricerca un’offerta qualitativa e particolare. Sulla scia di questa caratteristica, ormai da diverso tempo, si assiste a un ampliamento e a una trasformazione dei negozi che sempre più veicolano prodotti “diversi”, che non siano nell’occhio del ciclone dei battage pubblicitari e dei brand più noti al grande pubblico, che poi sono quelli penalizzati a Natale con offerte e operazioni promozionali devastanti per l’intero mercato».
L’intervista completa sul numero di settembre di Toy Store.
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